“Quando l’ascolto cura più di una medicina”

Ascoltare davvero significa donare tempo, attenzione e presenza.

E questo, oggi, è più raro – e più curativo – di qualsiasi medicina.

 

Viviamo in un’epoca in cui il tempo sembra sfuggirci tra le dita.

Siamo iperconnessi, ma spesso scollegati da noi stessi e dagli altri. In questo contesto, la capacità di ascoltare in profondità – in famiglia, sul lavoro, nella relazione d’aiuto – diventa una competenza trasformativa.

Perché ascoltare bene è anche un modo di vivere bene.

 

Counseling: la consapevolezza che trasforma il tempo in presenza

Nel counseling, l’ascolto è l’atto fondante. Il counselor non offre soluzioni, ma uno spazio protetto dove l’altro può sentirsi visto, accolto, non giudicato. È in questo spazio che la persona comincia a ritrovare sé stessa, a ricostruire un senso, a rielaborare vissuti.

 

L’ascolto consapevole permette di trasformare il tempo condiviso in tempo significativo.

Come sostiene Carl Rogers, "l’ascolto empatico è un raro dono che può cambiare la vita dell’altro". Una frase che si intreccia con la visione di Eugenio Borgna, psichiatra e poeta dell’anima, quando afferma: “Solo l’ascolto autentico può lenire le ferite invisibili dell’anima.”

 

Coaching: gli strumenti per ascoltare al servizio del potenziale

Nel coaching, l’ascolto è finalizzato alla valorizzazione delle risorse dell’altro. Il coach utilizza tecniche attive: il silenzio strategico, le domande potenti, la riformulazione. Tutto questo non serve solo a “capire” chi si ha davanti, ma a liberare l’energia che l’altro ha dentro di sé.

 

Allenarsi ad ascoltare in modo strategico significa restituire tempo di qualità a collaboratori, colleghi, clienti.

Si tratta di un tempo in cui si costruisce fiducia, si sviluppano soluzioni, si mobilitano scelte.

 

Marshall Goldsmith, noto executive coach, sostiene che “l’ascolto è la più sottovalutata delle soft skill, eppure la più decisiva per i leader del futuro”.

 

Sociologia: l’intelligenza sociale che rende ogni relazione significativa

Ogni relazione è immersa in una rete sociale. Ascoltare, in chiave sociologica, significa decodificare il contesto: sapere quando parlare e quando tacere, quando intervenire e quando lasciare spazio.

Significa adattarsi, ma anche guidare, secondo quella che Daniel Goleman chiama intelligenza sociale: la capacità di leggere le emozioni, gli stati d’animo, i codici impliciti delle dinamiche relazionali.

 

Chi sa ascoltare con intelligenza sociale fa la differenza nei gruppi, nei team, nelle comunità. È il punto di equilibrio che permette alla rete di funzionare, generando fiducia, reciprocità e cooperazione.

 

Zygmunt Bauman, sociologo della “modernità liquida”, ci ricorda che “ascoltare l’altro è l’unico modo per non perderlo nel flusso della superficialità”.

 

In conclusione: il tempo, quando è ascolto, diventa vita

 

Il tempo è il bene più prezioso che abbiamo.

E donarlo con un ascolto autentico, strategico e consapevole significa dare senso alla nostra presenza nel mondo.

In famiglia, nel lavoro, nelle relazioni d’aiuto. È questo che rende le situazioni arricchenti, memorabili, evolutive.

 

“Ogni vero ascolto è un abbraccio silenzioso: invisibile agli occhi, ma capace di curare l’anima.”

 

Dott. Ermes Siorini

Counselor Coach Sociologo

 

 

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Commenti: 2
  • #1

    Gabriella (sabato, 26 luglio 2025 10:16)

    Post che fa riflettere. L'ascolto attivo è uno strumento potente per migliorare il nostro presente.

  • #2

    Elena (sabato, 26 luglio 2025 15:36)

    Molto riflessivo , condivido il saper ascoltare per un saper donare è un qualcosa di meraviglioso per sé stessi e gli altri