LA CAPACITA' DI USARE BENE IL LIBERO ARBITRIO

 

Il covid è stato ed è, un evento straordinario che ci ha obbligato “senza se e senza ma” a cambiare le nostre abitudini con una velocità incredibile.

La nostra zona di comfort, i nostri automatismi e la nostra routine, hanno subito una brusca virata verso un quotidiano fatto di restrizioni e con una riduzione senza precedenti della nostra libertà personale.

Nei mesi cruciali ove tutti siamo rimasti chiusi in casa, abbiamo sospeso l’attività lavorativa, i rapporti umani con certe persone a noi care e le relazioni di amicizia di sempre.

Ci siamo improvvisamente ritrovati chiusi in un perimetro esistenziale ove l’agire fisico era impossibilitato a fare le tante cose che normalmente eravamo abituati a svolgere e in molti casi questa limitazione ha accelerato invece il nostro “agire mentale”.

In che modo è accaduto ciò?

Ho osservato che alcune persone hanno attivato un pensiero orientato a generare delle soluzioni e altri invece hanno scelto di attendere e accettare quanto stava accadendo.

Nel primo caso ha prevalso in taluni e nel rispetto delle norme di restrizione, la capacità di nutrire il proprio libero arbitrio con un pensiero che ha orientato l’interessato/a a porsi delle domande “potenti” per trovare delle soluzioni in ambito lavorativo e in quello delle relazioni con i propri cari.

E tale approccio ha accelerato quel processo che porta in particolar modo noi italiani a creare un cambiamento per vivere meglio la situazione sfidante del covid.

Così ho visto con piacere:
- piccole aziende che hanno attivato grazie alla tecnologia dei servizi innovativi per rimanere in contatto con i propri clienti;
- imprenditori che operano in settori diversi e che mai in passato avevano lavorato insieme e che hanno dato vita a delle partnership per dare ai loro clienti un servizio aggiunto e utile durante il periodo covid;
- persone che avevano un certo “astio” verso le video-conferenze e che hanno saputo vincere questa “convinzione limitante” scoprendo il piacere anche se a distanza di comunicare con i propri familiari e amici e vivere in modo diverso delle emozioni.

E tante altre sono le azioni messe in campo da uomini e donne che hanno scelto di affrontare il covid da persone pro-attive con la consapevolezza che dentro di noi ci sono infinite risorse per affrontare e vincere anche le sfide apparentemente impossibili e che alla fine ci rendono ancora più forti.

E poi ci sono coloro che pur avendo le stesse potenzialità di chi ha attivato un pensiero pro-attivo, hanno deciso di accettare e attendere quanto stava accadendo col risultato di non aver generato le situazioni sopra descritte.

La differenza che fa la differenza è nutrire nel migliore dei modi il nostro libero arbitrio attivando quei pensieri positivi che generano un dialogo interiore ricco di domande capaci di guidare il cervello a trovare delle soluzioni di qualità!

Se invece il nostro dialogo interiore lo lasciamo in mano alla nostra “voce critica” si riducono notevolmente le possibilità di generare delle azioni potenti e efficaci per governare il tempo e il quotidiano da protagonisti.

Se siamo maggiormente consapevoli di questi processi e degli “ingredienti” che alimentano le nostre migliori performance allora possiamo vivere un “qui e ora” molto più arricchente sotto tutti i punti di vista!

È una scelta e molte volte dipende solo da noi!

 

Immagine raffigurante Ercole al bivio, dipinto di Annibale Carracci (1596), raffigurante l'indecisione dell'eroe.

 

 

 

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