SAPPIAMO LEGGERE LE EMOZIONI DELLE PERSONE CON CUI PARLIAMO?

Quando comunichiamo con una persona, ci siamo mai chiesti:

- quanto osserviamo il volto del nostro interlocutore,
- quanto osserviamo la sua comunicazione non verbale
- quanto siamo concentrati solo sulle parole?

In un precedente articolo, abbiamo evidenziato come uno studio condotto nel 1972 da Albert Mehrabian, abbia evidenziato che in un messaggio vocale ciò che viene percepito da chi ascolta, dipende solo in minima parte dal significato letterale di ciò che viene detto; il modo in cui questo messaggio viene percepito, è influenzato molto dai fattori di comunicazione non verbale, secondo le percentuali sotto evidenziate:
• Movimenti del corpo (soprattutto espressioni facciali) 55%
• Aspetto vocale (volume, tono, ritmo) 38%
• Aspetto verbale (parole) 7%

Questi dati ci dicono che rimanere ancorati solo al verbale, significa “perdere” importanti informazioni legate soprattutto al para – verbale e al non verbale!

Non essere allenati ad “ascoltare” le altre forme di comunicazione, significa non cogliere, sentire, il 93% delle informazioni che ci arrivano da un nostro interlocutore!

Se miglioriamo la nostra capacità di “vedere” le informazioni prima citate, grazie anche ad adeguati percorsi di studio sulla comunicazione non verbale, possiamo in tal modo cogliere le emozioni che una persona prova mentre le stiamo parlando: rabbia, tristezza, gioia/felicità, disgusto, paura e sorpresa!

Una cosa è certa: il corpo rispetto alle parole non mente mai!

E questo cosa significa?

Ogni persona durante una conversazione utilizza dei gesti e degli atteggiamenti involontari e inconsapevoli capaci di rivelare, più delle parole, il proprio stato d’animo, le sue emozioni e i suoi pensieri.

Che cosa dobbiamo osservare in queste circostanze?

Se vi è congruenza o incongruenza, tra la comunicazione verbale e quella non verbale del soggetto con cui stiamo parlando; qualora ci sia un’incongruenza, spesso i gesti involontari possono indicarci che la persona in questione desidera nascondere qualcosa e questi “segnali” sono più veri delle parole perché non sono soggetti al nostro controllo!

Secondo alcuni studiosi, coloro che coprono la bocca con la mano mentre parlano, potrebbero inconsapevolmente indicarci che non ci stanno raccontando tutta la verità; è come se il nostro cervello chiedesse alla mano di bloccare le parole!

Quali altri gesti potrebbero, (e molto dipende dal contesto dove ci si trova, dal tipo di relazione tra i soggetti che stanno parlando, dal tipo di argomento, ecc), indicarci che una persona ci sta dicendo una “mezza verità”?

Ad esempio, la letteratura che si occupa di comunicazione non verbale, ci dice che il gesto di strofinarci il naso, di toccarci un orecchio, di toccare con l'indice un occhio, ecc, potrebbero essere segnali di soggetti che potrebbero essere messi nelle condizioni di raccontare una bugia.

Ovviamente sono indicazioni puramente generiche poiché per capire effettivamente un gesto inconscio, bisogna tener conto di tanti altri fattori; ergo, i gesti prima citati non sempre indicano una bugia poiché potrebbero evidenziare anche uno stato di disagio, di insicurezza ecc.

Quello che è certo, è che se impariamo durante una conversazione con una persona a cogliere sia la sua comunicazione verbale sia quella non verbale, sarà per noi più facile osservare delle incongruenze tra queste due forme di comunicazione e comprendere se il nostro interlocutore sta vivendo un conflitto tra ciò che pensa o sente e quello che invece cerca di apparire agli altri.

Cogliere questi aspetti significa soprattutto evitare di continuare un certo tipo di comunicazione che mette a disagio una persona; ci conviene in tal caso passare a uno stato di ascolto attivo per consentire al soggetto in questione di vivere la relazione comunicativa con meno stress, permettendogli così di essere congruente tra ciò che pensa e ciò che manifesta con le parole!

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